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Pensione quota 100: il calcolo per i medici

Previdenza Redazione DottNet | 13/11/2018 09:04

Sono circa 25mila i camici bianchi interessati. Ecco quanto si perderebbe

Pensione quota 100 rischia di costare cara ai circa 25mila medici e dirigenti sanitari nati tra il 1954 e il 1957 interessati al provvedimento. Che avrà un costo pari a una riduzione fino al 30% dell'assegno pensionistico. Il presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, in audizione alla Camera sulla manovra, ha commentato la norma e snocciolato dati poco confortanti partendo da "una legge di bilancio che presenta incertezze insite sui conti". L' introduzione della quota 100 per l' anticipo pensionistico, afferma l'Upb, "potrebbe potenzialmente riguardare nel 2019 fino a 437.000 contribuenti attivi di cui, come dicevamo, 25mila medici. Qualora l' intera platea utilizzasse il canale di uscita appena soddisfatti i requisiti potrebbe comportare un aumento della spesa pensionistica lorda stimabile in quasi 13 miliardi nel 2019 e sostanzialmente stabile negli anni successivi".

"Questa stima - chiarisce l'Upb - non è ovviamente direttamente confrontabile con le risorse stanziate nel Fondo per la revisione del sistema pensionistico per vari fattori: dal tasso di sostituzione dei potenziali pensionati con nuovi lavoratori attivi a valutazioni di carattere soggettivo (condizione di salute o penosità del lavoro) o oggettivo (tasso di sostituzione tra reddito e pensione, divieto di cumulo tra pensione e altri redditi, altre forme di penalizzazione)". Resta il fatto che, secondo stime Upb, chi optasse per quota 100 subirebbe una riduzione della pensione lorda rispetto a quella corrispondente alla prima uscita utile con il regime attuale da circa il 5% in caso di anticipo solo di un anno a oltre il 30% se l' anticipo è di oltre 4 anni. 'Upb compie anche una simulazione più complessa. Dal momento che chi dovesse lasciare il lavoro prima avrebbe sì un assegno ridotto, ma percepirebbe la pensione per un arco temporale maggiore, i tecnici hanno provato a rendere più confrontabili le due grandezze. Di fatto, come se si sommassero ipoteticamente tutti gli assegni percepiti fino alla morte in entrambi gli scenari - quota 100 e Riforma Fornero - e si confrontassero gli importi totali (considerando un tasso di sconto intertemporale del 2% annuo). Anche in questo caso i pensionandi con quota 100 risulterebbero nella quasi totalità dei casi penalizzati, con una riduzione tra lo 0,58% e l'8,65%.

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Secondo l'Anaao la riforma determinerebbe in un solo anno l’acquisizione del diritto al pensionamento di ben quattro "scaglioni". E i processi previdenziali saranno così rapidi, avvertono ancora i medici, da impedire il trasferimento di esperienze e di pratica clinica. Come nel caso degli infermieri, "i 25mila medici in uscita dal Ssn con "quota 100" andranno a sommarsi – spiega il segretario nazionale Anaao Carlo Palermo – alle oltre 7mila unità di personale già venute meno dal 2010 al 2016, secondo quanto certificato dal Conto annuale dello Stato. A questo punto aspettiamo risposte concrete dal Mef e dalla Funzione pubblica. Il governo deve mettere in campo le misure necessarie per accelerare l’entrata nel sistema di tutti i medici che si specializzeranno, attraverso l’apertura dei concorsi e anticipando il meccanismo delle assunzioni".


FLAT TAX - Nel complesso la flat tax per partite Iva ed autonomi, rileva Upb, comporta un beneficio medio complessivo per i contribuenti coinvolti di circa 5.300 euro pari a circa il 16,9% del loro reddito, di cui circa la metà deriva dal passaggio dall'Irpef alla tassazione sostitutiva, 5 punti sono dovuti all'esclusione dal regime Iva e i restanti 4,2 all'agevolazione contributiva. 

PACE FISCALE - Quanto alla dichiarazione dei redditi integrativa e le diverse forme di definizione agevolata premiano "i contribuenti meno meritevoli e indebolisce il senso di obbedienza fiscale della platea dei contribuenti, oltre che compromettere le entrate future" 

PIL - "Il rallentamento congiunturale già sottolineato in occasione della presentazione della Nadef si è ulteriormente accentuato - spiega l'Upb - Ne risulta confermata la previsione, indicata in sede di validazione dello scenario tendenziale, di una crescita dell'1,1% del Pil 2018, mentre emergono ulteriori rischi al ribasso relativamente al prossimo anno . Secondo le stime di breve termine dell'Upb la crescita del 2019 già acquisita risulterebbe pari allo 0,1%, rendendo l' obiettivo di aumento del Pil per il prossimo anno (1,5%) ancora più ambizioso di quanto già rilevato in precedenza".

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